Descrizione
“Io sono di una razza insonne/che spia d’inverno/il germogliare pallido del grano/dentro gli spacchi lividi di gelo/e che, d’estate, conta l’ore a stelle/ balzando al primo cicaleccio di rondine/sotto la gronda,/mentre, da la trave, tre volte il gallo chiama il giorno/e sbatte l’ali…” così Giulia Avetta declina in versi il tratto più autentico della sua personalità semplice e, al tempo stesso, complessa.
Giulia Avetta, cara amica ed esempio luminoso: maestra nell’accezione più alta del termine, partigiana senza armi, armata unicamente della giustezza della causa che era intesa a riscattare la dignità dell’uomo di fronte al flagello del nazismo.
Sindaco di Cossano (Canavese) per parecchi anni, simbolo e portatrice di emancipazione sociale per la sua gente, una delle prime donne a essere insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica, poeta di grande sensibilità e forza espressiva”.
(dalla introduzione di Maria Francesio Maglione, curatrice dell’archivio “Giulia Avetta”)
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